100 trilioni di microbi nell’intestino materno

Diverse ricerche recenti hanno provato che la salute del feto è strettamente legata al microbioma dell’intestino materno. E’ ben noto che i microbi intestinali della madre influenzano la salute del bambino, sia nel corso della gravidanza, che successivamente. Un microbioma sregolato potrebbe, ad esempio, innescare un’infiammazione intestinale e produrre effetti importanti sulla crescita del feto. Circa 10-100 trilioni di microbi vivono in simbiosi nel corpo umano e ne influenzano la salute mentale e fisica.

Uno studio sul microbioma dell’intestino materno

A giugno di quest’anno la rivista EBioMedicine ha pubblicato uno studio di grande rilievo, firmato da Gough e colleghi, che mette in luce la relazione tra il microbioma fetale, quello della mamma e alcuni dati quali l’età gestazionale, il peso alla nascita e la crescita neonatale. La ricerca è stata condotta nello Zimbabwe rurale, ed ha rinvenuto che la presenza di alcuni microorganismi (Blastoscystis sp, Brachyspira sp Treponeme) è risultata in quantità superiore rispetto a quella dei paesi ricchi. Nello stesso ambito è emerso che il microbioma materno influenza il metabolismo della vitamina B, fondamentale per il buon funzionamento del sistema nervoso e delle relative funzioni psicologiche e comportamentali del bambino. 

Le conseguenze sullo sviluppo psicologico del feto

Dai numerosi studi sul tema, si è visto che una dieta ad alto contenuto di grassi saturi, riduce la presenza di Lactobacillus reuteri nell’intestino materno. La conseguenza è l’abbassamento dei livelli di ossitocina nell’ipotalamo del bimbo, con un’influenza negativa sul comportamento sociale. Questa relazione è stata messa in luce nel 2016 da Shelly Buffington e colleghe sulla prestigiosa rivista Cell.

Di contro, proprio in virtù di una diversa composizione del microbiota fecale materno, una dieta salutare potrebbe ridurre il rischio di difficoltà emotive e comportamentali nei bambini. Sebbene siano necessari studi ulteriori, questa ricerca può già permetterci di trarre alcune conclusioni di rilievo: ostetriche e nutrizioniste devono assolutamente informare le donne incinte sullo stile alimentare da seguire in gravidanza.

La trasmissione del microbioma materno

C’è anche un altro aspetto di grande interesse, anch’esso oggetto di studi recenti. Per lungo tempo si è creduto che il microbioma, di bimbi nati con parto cesareo, fosse diverso rispetto a quello di bimbi nati con parto naturale. Questo perché si riteneva che il microbioma del bambino venisse infuso di quello materno proprio nel passaggio attraverso il canale vaginale. In particolare, nei bimbi nati con cesareo, si era osservata una minore presenza di Bacteroides. A dicembre del 2020, Cell Reports Medicine ha pubblicato uno studio che in qualche modo mette in crisi questa vecchia teoria. Il pool di Caroline Mitchell ha scoperto che la trasmissione batterica che si verifica durante il parto naturale deriverebbe non dalla vagina della madre, ma dal suo retto.

La vecchia teoria vaginale è stata criticata anche da un altro studio, pubblicato a luglio di quest’anno su EBioMedicine e che mirava a ripristinare il microbioma intestinale nei bimbi nati con parto cesareo attraverso la somministrazione orale di microbi vaginali materni. Il dato emerso è che non si è osservata alcuna differenza nella composizione del microbioma di questi bimbi rispetto a quelli che hanno ricevuto placebo. Entrambi questi gruppi hanno mostrato bassi Bacteroides rispetto ai bimbi nati da parto naturale.

Il futuro del microbioma

Il microbioma umano è un ecosistema complicato che oggigiorno suscita il grandissimo interesse non solo degli scienziati, ma anche dei cultori della materia. I suoi meccanismi di azione sono innumerevoli e la maggior parte di essi ancora sconosciuti. Per certo, la questione riguarda la gravidanza da molto vicino. Ulteriori studi, però, saranno necessari per scoprire i miliardi di meccanismi segreti che legano l’uomo al grande universo del microbioma.

BB

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