Una bambina silenziosa

Sono sempre stata una bambina silenziosa e di salute non brillante. La seconda di 6 figli, nata da una gravidanza inaspettata. I miei genitori avevano già una figlia piccola ed erano molto impegnati con lo studio, tuttavia hanno deciso di portare avanti la gravidanza.

I controlli medici frequenti non trovavano una spiegazione alla mia debolezza e inappetenza. La scuola era un problema per me, non parlavo né con i compagni né con i professori, quindi non facevo interrogazioni e avevo difficoltà anche a scrivere, per questo apprezzavo la matematica e le scienze. Forse adesso problemi simili vengono chiamati mutismo selettivo, dislessia, disgrafia. Ma negli anni ottanta non erano così conosciuti ed io non riuscivo a capire quello che leggevo, non riuscivo a scrivere ne tantomeno a parlare. Alla fine di ogni anno scolastico, la mamma pregava i professori di non bocciarmi.

Un anno perso o sabbatico

Terminato il liceo classico, mi sono iscritta alla facoltà di biologia e ho passato un anno senza capire bene cosa desideravo fare nella vita. Erano chiare soltanto due cose: volevo essere indipendente dal punto di vista economico e amavo stare in mezzo alle persone in difficoltà come gli indigenti e gli ammalati. Ne avevo avuto esperienza con lo scoutismo e nel volontariato alla mensa della Caritas.

L’università che non volevo fare

Un giorno il nonno Giuseppe Azzaro mi ha proposto di avere un colloquio con il servizio di orientamento universitario dell’Università Campus Bio-Medico di Roma. Il colloquio è stato molto proficuo, così ho deciso di fare il test d’ingresso alla Facoltà di Infermieristica. Questa scelta per i miei genitori fu una delusione, desideravano piuttosto che facessi il medico. Tuttavia è stata una scelta vincente perché mi sono appassionata alle materie ed ho avuto una brillante carriera universitaria con l’obiettivo di iniziare presto a lavorare. Gli esami orali mi mettevano preoccupazione, ma avevo fatto un corso di teatro e quindi mi preparavo come se dovessi recitare una parte. Prima e dopo ogni esame mi sentivo ma alla fine arrivavano ottimi voti ed ho concluso il corso con voto 110/110.

Le soddisfazioni

Una settimana dopo la laurea ho firmato il mio primo contratto a tempo indeterminato, dopo 4 anni ho firmato il mutuo per la casa e mi sono sposata con Giuseppe, laureato in pianoforte, insegnante di musica. Abbiamo avuto tre bambini fortemente desiderati e ora mi dedico alla famiglia, allo studio, al lavoro e alle mie numerose passioni fra cui la medicina narrativa, il supporto ai pazienti con malattie rare, il giornalismo scientifico, la scrittura creativa, la pittura, la fotografia.