La storia di Camilla

Ha sconvolto tutti la storia della diciottenne Camilla, morta a causa di una trombosi dopo la somministrazione del vaccino anti Covid-19. Sono numerosi i dubbi che hanno assalito i genitori che non hanno ancora fatto vaccinare i propri figli. In un precedente articoloabbiamo descritto il motivo per cui, in seguito al vaccino, alcune persone svilupperebbero queste trombosi e altre no. La causa – dicevamo – starebbe nella presenza di anticorpi anti PF4-eparina nel loro sistema immunitario. Questi autoanticorpi, quando stimolati, attiverebbero grandi quantità di piastrine successivamente eliminate. Sarebbe questo danno al sistema della coagulazione a provocare trombi ed emorragie. É esattamente questo quello che sembra essere accaduto alla povera Camilla. 

Cosa è accaduto?

Vaccinata con una dose di AstraZeneca nell’open day per i giovani, Camilla è stata poi ricoverata ed operata per una trombosi cerebrale. La comunità scientifica già da tempo investiga gli effetti di Astrazeneca sulle giovani donne. Lo scorso aprile, la prestigiosa rivista New England Journal of Medicine ha pubblicato un interessante articolo contenente i dati relativi agli eventi trombotici insorti dopo vaccinazione con Astrazeneca. Stando a queste indagini, i suddetti problemi della coagulazione colpirebbero prevalentemente le giovani donne. Dei campioni ematici degli 11 pazienti con trombosi studiati, infatti, la maggior parte apparteneva a donne con età media di 36 anni. Detto ciò, è ovvio che va tenuto presente che i numeri di queste indagini sono estremamente bassi, soprattutto se paragonati ai milioni di giovani donne che hanno ricevuto il vaccino e che non hanno sviluppato trombosi.

Camilla poteva essere salvata?

Camilla poteva essere salvata? Esistono degli esami che avrebbero potuto prevedere il rischio di trombosi? Una terapia adeguata, o un’intervento precoce, avrebbero potuto cambiare la situazione?

Vediamo cos’è accaduto, con ordine. La giovane, una settimana dopo il vaccino, si era recata in pronto soccorso con il mal di testa. I medici l’avevano sottoposta ad accertamenti, fra cui una tac cerebrale, ma non avevano rilevato problemi. Due giorni dopo, però, la ragazza era tornata in ospedale per dei disturbi motori. Una nuova tac, a quel punto, aveva rilevato la presenza di emorragia cerebrale, così si era deciso di operare immediatamente.

Gli accertamenti finalizzati a comprendere la situazione di Camilla sono ancora in corso. A tal proposito, sarà importante capire se l’emocromo della giovane mostrava già segni di trombocitopenia e se il suo sistema immunitario era predisposto per la trombocitopenia immune, l’alterazione che ha colpito altre ragazze vaccinate con Astrazeneca e Johnson&Johnson.

Carola Pulvirenti

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